venerdì 24 novembre 2017

L'ANGOLO DELLA SCIENZA

DISCOVERY CHANNEL

I DepoXMen
di Paolo Cappa Tic

La doppia elica del DNA è composta da quattro elementi basici che abbinandosi tra di loro, danno vita ad una innumerevole serie di combinazioni che costituiscono il patrimonio genetico, unico ed irripetibile, di ognuno di noi. La modifica casuale di questa lunga sequenza di informazioni, da origine a dei mutanti con dei poteri speciali che si nascondono ai nostri occhi.  Sono tra noi, eppure non li vediamo, anche se ogni tanto, capita di imbattersi nella loro presenza. E’ il caso eccezionale di una colonia di mutanti, annidata in una squadra di calcio: il Deportivo La Lasanha. I componenti del Depo, sono tutti mutanti nascosti, individui speciali rispetto al resto della gente comune. Come gli X Men della Marvel e tutta la genia che ne è seguita, allevata e istruita nella scuola diretta dal professor Charles Xavier, così i DepoMan hanno sviluppato capacità rare e imprevedibili che ne hanno fatto dei personaggi ai confini della realtà. Non a caso i nomi che si sono dati  e dipinti sulle maglie, non sono i loro veri nomi, ma fantasie che rimandano a concetti misteriosi e impenetrabili ai più, ma non alla loro cerchia. Ad esempio la costante presenza della lettera X in questi appellativi (Morixes, Xavi, Maximinò) non può non echeggiare coloro che furono i fondatori di tutta la specie, i già ricordati X Men. Per non parlare del loro usuale luogo di ritrovo post partita, Xlarge. Di più, altri nomi come Papas, Ionnidis, Nunziovic, richiamano ad un Oriente prossimo di radice culturale greco-ortodossa, i cui misteri si perdono nella notte dei tempi. Da ultimo, anche il più prosaico Labernarda, in realtà nasconde enigmi arcani sull’origine della specie umana. L’aggregazione di tutta questa eterogenea fratellanza avviene in un circolo sportivo denominato Certosa, luogo perduto nell’agro romano, avvolto dalle nebbie e richiamante la confraternita dei frati certosini, fondata a Charteuse, un luogo a sua volta abbarbicato su di un picco inviolabile delle Alpi. E anche lì, freddo, nebbia, enigma. Eggman, l’uomo/l’uovo che non si ribalta mai, TichitichitichiMan, l’uomo con il movimento di gambe più veloce della luce, MobileMan, l’uomo connesso tramite cellulare con l’universo anche quando gioca, TornelloMan, l’uomo che attraversa le pareti per non incappare nei tornelli, JailMan altro illusionista che proietta la sua immagine all’interno delle carceri, ma in realtà è in tutt’altri luoghi e poi CannoloMan, , MoovieMan,  MultaMan e a tanti altri con poteri speciali, si danno appuntamento una volta alla settimana, per poter rafforzare il loro vincolo di sangue modificato e per poter essere finalmente se stessi, senza infingimento. Come in vino veritas anche loro in footbal veritas, e camuffati da calciatori possono dar sfogo e sfoggio dei loro superpoteri mascherandoli con doti calcistiche. Non è un caso che i loro malcapitati avversari, ormai non vincono una partita da anni, salvo rare occasioni in cui, per non umiliare troppo gli avversari, gli XDepoMen consentono loro di vincere. Non è un caso che l’allenatore è una variabile indipendente dai risultati; nonostante cambi ogni anno e nonostante le dubbie competenze calcistiche di alcuni di loro, il Depo vince sempre. Certo, a volte accade anche di assistere a sfoghi personali, frutto di frustrazione accumulate nel mondo dei normali e scaricate in battibecchi sul campo e fuori. EggMan per mantenere la sua ovalità e la sua relativa capacità anti-ribaltamento, può consumare solo pasta e quindi ogni sera è un problema dove mangiare: no pizza, no carne, no birra. TichitichitichiMan, al contrario, per consentire il mantenimento della strabiliante velocità di gamba, può mangiare solo proteine, in particolare bresaola e anche con lui, c’è sempre da discutere il locale dove finire la serata. Anche JailMan, abituato ad essere sparato ognidove, eccetto che nelle carceri, finita la partita, si avvinghia alla rete di recinzione, facendo finta di fare esercizi di stretching. In realtà il campo gli piace troppo e non vorrebbe mai andarsene, per questo lo devono riportare a fatica negli spogliatoi.  Sono mutanti e con il loro superpoteri, dovrebbero avere una vita più facile, in realtà, la condizione di diversi, alieni, spesso li rende personaggi complessati, irrequieti, stressati, a volte tristi. E’ il risvolto della medaglia, è la dannazione di chi vorrebbe essere se stesso ed invece è costretto a nascondersi, a fingere. Se vi va, se avete tempo, qualche sera andate al Certosa a vederli giocare.

Ve ne pentirete perché nel cercare un compresso tra calcio e superpoteri, lo spettacolo che ne viene fuori è un po’ deprimente, ma sapendo che dentro quelle magliette, sotto quei numeri si agitano anime perdute, irrisolte, potrà sorgere in voi un moto di pietà, di compassione, di vicinanza e magari un daje rega’ gridato dagli spalti, potrà dare loro un sollievo inaspettato.