lunedì 27 giugno 2016

LO SGUP DI MONITELLA!


IL PUNTO
Di Monitella

Monitella: BUONGIORNO SPAGGI…LA DISTURBO? È SULLA PONTINA? PUÒ PARLARE?

Spaggi: Non gridi…sono a casa, a letto. Ho una brutta intossicazione alimentare, praticamente uno schock anafilattico..

M: ma non mi dica che non ha retto l’emozione della vittoria schiacciante! Contro il suo odiatissimo rivale Roberto Xaviano, che ha ottenuto appena due voti…

S: quel cialtrone pensava che scomparire dalla circolazione, non parlare, stare sulla sua torre d’avorio di intelettuale di sinistra di staceppa l’avrebbe salvato. Ma la Rete non mente, la rete dice la verità..la rete è il futuro!

M: la stagione è finita. Lei prende il posto del mister che, pur non molto considerato, ha ottenuto la vittoria più netta nella storia del Depo. Un tecnico che ha gestito con leggerezza una rosa spesso ostile, non ha battuto ciglio sull’assordante abbandono di xavi (peraltro suo uomo di fiducia), non ha subito l’assenza di Van nee (salvo poi giovarsene in finale quando più serviva). Un uomo che a me ha ricordato il compianto Nils Liedholm per il suo self control e le sue poche parole. Uno stratega che non ne ha sbagliata una: anche dal punto di vista comunicativo è stato perfetto, decidendo a un certo punto di esporsi col contagocce, e annunciando le sue dimissioni quando ancora non aveva vinto. Magistrale. E lei Spaggi che farà?

S: zzzz…zzzz…

M: SPAGGI MA CHE FA DORME!!!

S: no…no….la disgestione..fa brutti scherzi..! si bravo il mister, bella vittoria ma i problemi endemici di questa squadra non li ha risolti: ci penserò io a rimettere a posto lo spogliatoio e a riportare all’ovile le pecorelle smarrite. Ho già chiesto al direttorio di fare una audit sugli altri spogliatoi europei e ho in programma un viaggio in Sardegna per incontrare i gestori dei greggi migliori d’Italia…ho già anche messo sul tavolo del presidente una lista dei giocatori che vorrei: non li posso rivelare perché sono dei professionisti che potrebbero avere problemi nella loro professione e in famiglia se uscisse la notizia che  potrebbero giocare contro claudio dj.

M: ancora qualche partita di fine stagione con Labernardini, poi lei entrerà a Filettino..

S.: lei chi? non ammetto donne al ritiro! E non voglio che i giocatori portino collane , orecchini o altre cose da puppi, per citare il mio amico catanese, il Barone Lo cicero..

M: …no, intendevo lei Spaggi…chi ci sarà a Filettino?

S: ci sarà per la prima volta tutta la squadra, guai a chi sgarra…è cambiato il clima..sangue e sudore…compattezza e umiltà…

M: Avrà un bel lavoro: non parlando dei pippati mentali, c’è un bel lavoro sulla componente fisica. Ionnidis e Monimoto spesso infortunati, Luisito e Spago quasi sempre fuori forma, Valerito un po’ imbolsito, gli unici che hanno dimostrato una condizione psico-fisica accettabile sono stati Maximinho e Labernà.

S: Con me tutti partono alla pari. Noi siamo i veri meritocratici. Non c’è nessuna soggezione verso chi ha calcato i campi in un lontano passato o verso chi si mette sul piedistallo con la sua cyclette. Tutti devono marciare verso un unico obiettivo: lo dico chiaro, ad oggi i signori Luis de Romanha detto Luisito e Cesar Spago visti ieri si dovrebbero accomodare in panca.  I signori Mavros Ionnidis, Papas e monimoto pagare multe su multe da devolvere in mancia per le troppe chiacchiere o borbottii, il signor maximinho e il signor Xavi  100 vergate a testa per insubordinazione al mister, i giovani valerito, labernà e julinho portassero doni e donne ai senatori, faustinho regalasse un pullmino 9 posti BMW, morixes  amputazione del colpo di tacco, Bernard si pagasse i guanti nuovi. Come vede c’è da lavorare su tutti, nessuno escluso.

M: Buon Dio!!!


S: ho parlato di recente con Beppe e mi ha fatto gli auguri…

IL SALUTO DEL MAGLIARO

Vecchi tempi
di Paolo il Magliaro

Nella dolce serata di martedì 21 giugno 2016, il Depo ha concluso la sua stagione. Tempus edax rerum. Il tempo divora ogni cosa, dicevano i latini e la vittoria di questo campionato ha fatto dimenticare la sconfitta dell’edizione precedente. Tempo di bilanci, tempo di confronti. Come ricordava giustamente il mister Labernardini, quest’anno c’è stato un tempo per disperarsi e un tempo per gioire. Un tempo per distruggere ed un tempo per ricostruire. La partenza rovinosa in un torneo ufficiale, è stata riscattata da una brillante cavalcata che ha consentito alla squadra di vincere il torneo con cinque turni di anticipo. Il tempo ha dato ragione al Mister. Ma l’accumularsi delle vittorie, non ha impedito lo sviluppo di un tempo anche per le polemiche che hanno scosso trasversalmente le coscienze, lasciando segni indelebili nella ragnatela di amicizie e sentimenti di ognuno. Senatori, carammelari, calzini tagliati, irlandesi e ternani, hanno aspramente dibattuto sulla capacità di ognuno a giocare il calcio. E a proposito di polemiche, c’è stato anche un tempo relativo alla presenza in campo: per chi è rimasto e mai scomparso/per chi è apparso e poi scomparso/per chi è comparso solo alla fine/per chi non è mai scomparso, ma non è mai apparso. Segmenti di presenze a volte inquietanti a volte sconcertanti. Giocatori di carne ed altri come fantasmi, quest’ultimi sovente presenti anche in campo. Diceva Dostoevskij, ogni uomo avrà raggiunto la felicità, quando il tempo non ci sarà più. Ma il tempo per il Depo ci sarà sempre perché altrimenti non si potrebbero stilare calendari, elenchi di marcatori o elenchi di presenze. E quindi non saranno mai felici? Non proprio. Il dopolavorismo della congrega presuppone altri ambiti oltre il calcio: vigili, mutandari, tornellisti, elettricisti e secondini potranno trovare la felicità in una professione oltre il Depo, dove il tempo scompare in obbligate coazioni a ripetere lo stesso gesto milioni di volte. Fischiare. Viaggiare. Dormire. Spiare. Inchiavardare. Destini fissati ad un centro dove tutto ruota, ma nulla avanza. Felicità immobili, senza tempo, appunto. Ma una legge universale incombe su tutti questi fenomeni umani e nessuno ne risparmia: per tutti, felici o incazzati. E felici o incazzati, da quaranta a quarantuno, da cinquantuno a cinquantadue, da cinquantasei a cinquantasette, per tutti, tempus fugit. Vola, s’alza, si perde e non torna più. Cena finale. Brindisi. Coppa alzata o lasciata sulle cabine dell’Acea. I campioni siamo noi! I campioni siamo noi!

All’anno prossimo Depo! e se il tempo fugit, ‘sti cazzi. Carpe diem.